lunedì 26 dicembre 2011

A028 Befana, dollaro, euro: cosa ci attende?

La Befana del 2012
Supponiamo di essere un grosso capitalista, ma veramente grosso. Con l’aiuto di alcune banche e di alcuni amici non è difficile spostare il prezzo delle obbligazioni di stato italiane.
Il cosiddetto spread in realtà non esiste e il concetto che si usa per definire tale spread è nient’altro che la differenza di prezzo che si applica tra il valore di mercato di due obbligazioni.
Ad esempio, facciamo questo confronto tra due obbligazioni scadenti esattamente tra un anno. Il tutto è espresso approssimativamente ma in modo che tutti possano capire.
Tra un anno lo stato tedesco mi rimborserà cento euro.Tra un anno lo stato italiano mi rimborserà cento euro.
Per subentrare a qualcuno, attuale possidente del titolo, devo pagare 98 euro.Per subentrare a qualcuno, attuale possidente del titolo, devo pagare 93 euro.
Tasso d’interesse annuo corrispondente: 2 per cento circa.Tasso d’interesse annuo corrispondente: 7 per cento circa.
La differenza tra i due viene denominata spread, che grosso modo ha il senso di differenza per l’appunto.
Come grosso capitalista, mi accorgo che le obbligazioni dello stato italiano sono molto sacrificate. Questo significa che esiste il timore che scendano ancora di più. Se il mercato non sa bene quello che fa perché i partecipanti non sono troppo smaliziati, può succedere che vendendo una cifra X di obbligazioni dello stato italiano a 92 (vendo cioè in perdita rispetto al valore si mercato di 93), il mercato stesso si spaventi e ne vengano subito dopo vendute una quantità ben superiore ad X, e le stesse potrebbero scendere, per esempio, a 90. Al prezzo di 90 allora me le ricompero e me ne ricompero una quantità ben superiore alla cifra X che avevo venduto prima.
In altre parole, se prevedo che la gente possa prendere paura, vendo un chilo di mandarini a un euro, la gente prende paura, li fa scendere a 80 centesimi (vendendoli)  ed io a 80 centesimi me ne ricompero 10 chili. Se tornano ad un euro avrò guadagnato una barca di soldi.
Perché è possibile che ci sia in corso una manovra del genere?
Ora lo vedremo.
Premettiamo subito che la manovra speculativa si rende possibile (se quello che stiamo scrivendo risponde a realtà) perché effettivamente il debito pubblico italiano è grandissimo, enorme, tale da suscitare giustificatissimi timori. Quindi coi nostri comportamenti passati abbiamo creato ua situazione sfruttabile dalle persone intelligenti, gli speculatori appunto.
Inutile prendersela con gli speculatori: le condizioni per la paura non l’hanno creata loro, ma noi, eleggendo certi politici. Inoltre il debito pubblico italiano ha assunto dimensioni catastrofiche a partire dagli anni ’70 del secolo scorso e non negli ultimi dieci o quindici anni, dove il parallelo sottinteso coi governi di destra risulta evidente.
Gli speculatori stanno sfruttando la nostra paura e, tutto sommato, si doveva (non uso l'espressione ‘si poteva’ ma ‘ si doveva’) ben prevedere che prima o poi sarebbe successo questo. Se questo può servire a farci capire qualcosa ed a votare in modo diverso nel futuro, non tutto il male sarà venuto per nuocere.
Riepilogando, con cifre relativamente modeste, si riesce ad effettuare una speculazione sul debito pubblico italiano, già minato alle fondamenta dalle sue stesse dimensioni.
In questa speculazione non è dato sapere chi sia coinvolto, ma gli addetti ai lavori lo possono intuire facilmente.
Siamo quindi spacciati? un momento… esiste una bestia molto più grossa che non si riesce a spostare nemmeno con un pungolo acuminato: è il cambio Dollari per un Euro, che oggi viaggia attorno ad 1.31 circa. Questo, come capitalisti, non riusciamo a muoverlo.
Le dimensioni di questo mercato sono tali che, se in questo momento tale cambio fa 1.3127 e io vendo cento milioni di dollari contro euro sul mercato, li vendo con la massima facilità e dopo la mia vendita, incredibilmente, il cambio fa ancora 1.3127.
Questo significa:
  1. Per spostare tale valore sono necessarie cifre spaventosamente grandi.
  2. Tale valore cambia quando tanti, tantissimi operatori decidono di vendere o comperare una o l’altra delle valute, ma non per un istante, bensì sistematicamente per giorni e giorni.
Euro debole? Supponiamo che queste chiacchiere (che magari invece corrispondono alla verità) siano state messe in giro da noi capitalisti speculatori: otterremmo l’effetto di far vendere le obbligazioni di stato italiane e di accelerare il nostro processo speculativo. D’altronde, se non riesco a far scendere l’Euro, non mi resta altro che mettere in giro le chiacchiere.
Questo è verosimile perché nel 2001, si poteva comperare un euro pagandolo 0.82 centesimi di dollaro. Quello era un valore molto sacrificato ed alcuni di noi, intrepidi, hanno venduto i loro dollari per comperare euro, il quale pertanto non mi sembra tanto depresso, perché al cambio di 1.31 costituisce pur sempre un guadagno del 60 per cento in dieci anni, 6 per cento all’anno dal 2001. Per cui, anche vendendo euro oggi, per ricomperarmi i miei dollari, mi troverei con $1.31 a fronte dei $0.82 pagati dieci anni fa.
Ma se l’euro cominciasse a scendere? quando lo potremmo sapere? alla Befana... tra qualche giorno e vediamo perché.
I personaggi che hanno comperato euro nel 2001 erano, in gran parte, i tesorieri delle grosse società finanziarie, dei fondi di investimento e di altre organizzazioni analoghe, come le grosse compagnie di assicurazione e le grosse banche.
Diciamo che un buon 10, 15, 20 per cento dei capitali di queste organizzazioni vengono tenuti liquidi, per fronteggiare le richieste di prelevamento della clientela, per comperare azioni a prezzi vantaggiosi quando  lo si ritenga opportuno e così via.
Per tradizione, per motivi di bilancio e per abitudine, se si decide di spostare i capitali liquidi da una moneta ad un'altra, le operazioni vengono fatte ai primissimi giorni di gennaio di ogni anno. I tesorieri dovrebbero quindi spostare le loro liquidità dagli euro (dove oggi ce ne sono moltissime, di queste liquidità, appunto perché negli ultimi dieci anni l’operazione si è rivelata altamente remunerativa) ad altre monete, forse il franco svizzero e difficilmente il dollaro, che negli ultimi dieci anni ha fatto esattamente il contrario dell’euro.
Che lo facciano? lo faranno? venderanno gli euro? mah... non è detto... in base a quel poco che ho imparato io, in una vita passata in queste cose, il cambio di 1.31 è ancora vincente e non è proprio detto: anche vendendo l'euro, oggi non si sa cosa comperare e il mercato del franco svizzero comporta qualche problema e non trova le autorità svizzere molto d'accordo.
Le compagnie assicurative svizzere inoltre sono obbligate dal governo a diversificare in altre monete e se il franco svizzero si dovesse apprezzare eccessivamente, la loro diversificazione in altre monete comporteebbe delle perdite.
Vedremo quindi uno dei seguenti scenari:
  1. Alla Befana, il dollaro sale rispetto all’euro, i tesorieri abbandonano l’euro e di conseguenza il cambio scende verso 1.28, 1.27, 1.26... rapidamente: in tal caso anche i tesorieri che non hanno venduto euro li venderanno perché comunque stanno guadagnando, passeranno ai dollari (o cos'altro?) e avremo lo spread Italia/Germania che aumenterà rapidamente, dai 5 attuali a, diciamo, 9 o 10. Ragionevolmente, a questo punto gli speculatori (che sin ora abbiamo visto come dei lazzaroni) decideranno di ricomperarsi le obbligazioni italiane e così facendo le faranno risalire e lo spread tornerà a un livello superiore allo spread francese ma inferiore allo spread spagnolo ( e vedremo gli speculatori come dei salvatori). Speriamo che in questo caso i politici non demordano e continuino nel risanamento appena iniziato, ma temo che non sarà così ed è possibile che la nostra agonia prosegua ancora.
  2. Alla Befana, l’euro mantiene il suo valore perché i tesorieri non hanno abbandonato l’euro. Quindi 1.31, 1.32, 1.33 e forse ancora di più, ma non molto rapidamente: in tal caso ai capitalisti o speculatori non sarà andata troppo bene, anche se chiuderanno la speculazione comunque con un grosso attivo. In ogni caso il nostro spread dovrebbe rientrare ragionevolmente. Speriamo che in questo caso i politici non demordano e continuino nel risanamento appena iniziato, ma temo che non sarà così ed è possibile che la nostra agonia prosegua ancora.
A noi più che altro interessa che i politici si decidano, per sanare il debito, a vendere i patrimoni infruttiferi dello stato, caserme, immobili sfitti e così via e che questa penosa situazione sia servita quanto meno ad un cambiamento di rotta.
A presto, aspettiamo la Befana... detta anche in veneto Marantega (= Maria antica.)

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